Sull’argento colloidale ci sono molte dicerie, tanti pregiudizi e poche conoscenze. Oggi lo scredito che pende su questo prodotto è maggiore dei suoi effetti benefici allorché molta letterattura ne parla con toni molto lusinghieri e la considera una sostanza estremamente efficace nel trattamento delle infezioni.
Storia
Per migliaia di anni l’argento è stato utilizzato come disinfettante. Si pensi che venivano usato monete di argento immerse nel latte per prolungarne la durata. L’argento colloidale e le formulazioni contenenti sali di argento sono stati impiegati dai medici all’inizio del XX secolo, ma il loro utilizzo è stato in gran parte interrotto dal 1940, a seguito dello sviluppo di antibiotici che si sono mostrati più aggressivi e che hanno ricevuto una incomparabile spinta commerciale. Prima del 1940 si riscontrava l’efficacia dell’argento colloidale in più di 650 differenti tipi di patogeni, quando un comune antibiotico ha effetto soltanto su una mezza dozzina.
Cos’è e a cosa serve?
Un colloide è una piccola particella in sospensione all’interno di una sostanza liquida, gelatinosa, gassosa…). Gli utilizzi medici includono le ferite (con garze imbevute), creme, come rivestimento germicida in dispositivi medici, in modo topico su zone infette, ascessi e afte in bocca (con risciacqui), vaginiti (mediante lavaggi con acqua e argento colloidale).
È comune nella pratica medica l’utilizzo di bende contenenti sulfadiazina-argentica oppure nanoparticelle di argento che possono essere utilizzati in infezioni esterne (vedi l’ustione).
L’impiego dell’argento colloidale (con uso interno o esterno) si è dimostrato efficace anche per i seguenti problemi: acne, avvelenamento del sangue, congiuntivite, cistite, dissenteria, herpes zoster e labialis, stati influenzali, ascessi, prostatiti, infezioni da srteptococchi, leucorrea, tonsillite.
Prove di efficacia e critiche.
Lo ione argento (Ag+) è bioattivo e attraverso una sufficiente concentrazione uccide rapidamente batteri in vitro. L’argento manifesta una bassa tossicità nel corpo umano, e i rischi sono minimi in seguito a esposizione clinica tramite inalazione, ingestione, applicazione cutanea.
Ma le critiche esistono. Ci sono state diverse revisioni sistematiche, e non tutte concordi, sugli effetti di questo prodotto. Quella di Cochrane del 2012 riportava che l’argento topico mostrava un tempo di guarigione significativamente peggiore rispetto ai campioni di controllo. Negava inoltre prove di efficacia nel prevenire le infezioni delle ferite. Così si espresse: “Ci sono insufficienti prove per stabilire se le garze contenenti argento o agenti cutanei favoriscano la guarigione o prevengano dall’infezione delle ferite”.
Eppure una revisione sistematica del 2009 stabilì che i medicamenti d’argento aumentava sia la guarigione delle ferite che la qualità della vita se applicati a ferite croniche non guaribili. Un’altra revisione del 2009 scoprì che la sua applicazione causava una riduzione delle dimensioni delle ferita e maggior controllo nella perdita di liquidi e dell’odore rispetto a garze senza argento.
Risultato? La “Food and Drug Administration” ha approvato un certo numero di preparazioni topiche di sulfadiazina d’argento per i trattamenti di ustioni di secondo e terzo grado, e contemporaneamente sono stati rimossi numerosi medicamenti a base di argento come antibatterico (sic).
La ragione? È stato detto che negli umani e in altri animali, l’argento colloidale si accumula nel corpo. E pertanto un’assunzione esagerata di argento colloidale può portare all’accumulo cutaneo di particelle. Queste si scuriscono con l’esposizione alla luce solare, provocando una decolorazione blu o grigia della pelle nota come argiria. Altro fattore demonizzante è che, sebbene l’argiria sia solitamente limitata alla decolorazione della pelle, si ritiene che ci siano stati casi isolati di persone che hanno presentato complicazioni neurologiche, renali o epatiche più serie, causate dall’ingestione dell’argento colloidale.
Inoltre l’argento colloidale può interagire con alcuni farmaci, riducendo l’assorbimento di alcuni antibiotici e della tiroxina.
Naturalmente le critiche sono a volte sospette in un clima di grande entusiasmo per gli antibiotici che hanno soppiantato ogni altro intervento curativo non ufficiale. In effetti, si sa che gli antibiotici hanno effetti indesiderati ben peggiori dell’argiria. Questi effetti sono descritti nel bugiardino annesso ai medicinali. Eppure questo fattore non sembra affatto screditare tale categoria farmacologica. Ad ogni modo, i dati epidemiologici sull’argiria sono quasi inesistenti. Vari casi di argiria sono stati riportati e studiati nell’ultima parte del ventesimo secolo in persone che lavoravano nelle miniere d’argento e assorbivano respirando tale componente in misura massiccia. I casi di persone che hanno manifestato argiria per assunzione esagerata di argento colloidale sono estremamente rari nel mondo. Viceversa, i casi di persone che manifestano patologie iatrogene (causato dalla cura) per l’assunzione di antibiotici sono estremamente diffuse.
Punto di vista personale.
Io non vendo argento colloidale e dunque non ho vantaggi a declamarne le magnificenze. Sono solo un teorico di medicina versato in epistemologia e in medicina naturale. Quindi ho scelto determinati metodi per prevenire e curare la gli eventi patologici che potrebbero manifestarsi, che tendenzialmente sono quelli offerti da sistemi naturali (alimentazione, piante officinali e derivati naturali, trattamenti idrofangoterapici, emozioni sane…). Sul profilo strettamente professionale ed esperienziale, posso affermare che l’argento colloidale non ha mai generato problemi in me e in coloro di mia conoscenza che ne hanno fatto uso. Viceversa è stato un potente mezzo per vincere molte problematiche sopra descritte.
LIMITI: ho notato che in alcune problematiche come le infezioni da granuloma o in sede prostatatica l’argento colloidale non ha mostrato grande efficacia anche quando la concentrazione di argento era pari a 100 ppm e ne veniva utilizzato più del dosaggio consigliato. Ciò non significa che sia del tutto inefficace o che questo fallimento sia riscontrabile in tutti. Se dovesse succedere che l’effetto desiderato stenti ad arrivare è bene ripiegare su altri mezzi, specie se si tratta di infezioni che possono minare la salute globale.
Da buon olistico, ritengo che qualunque approccio curativo debba introdurre non solo un prodotto efficace, ma anche uno stile di vita consono al rispetto della vita, vedi alimentazione, pratiche igienistiche eccetera.
Cercare di guarire è l’atto finale che si adotta quando il corpo è stato trascurato a lungo. Sarebbe meglio giocare d’anticipo, prevenire la patologia anzicché guarirla quando si è manifestata. Concentrati sulla globalità e non solo sul punto dolente. Guarda oltre al momento presente e non focalizzare troppo la tua attenzione sul dolore. L’argento colloidale è un attacco al sintomo che non presenta i danni che troviamo con gli antibiotici, ma è pur sempre un intervento sintomatico. Non va alla base. Quindi, una volta guarito il sintomo prenditi cura della tua persona con tre ingredienti: sana alimentazione, giusto sport, pensieri luminosi.
Uso suggerito.
Quando compri argento colloidale o se te lo fai direttamente, la concentrazione non dovrebbe essere inferiore a 35 ppm (parti per milione). Sotto quella soglia l’efficacia è dubbia.
Le gocce da assumere dipendono dal peso. In generale oscilla tra le 20 e le 35 gocce diluita in poca acqua 3 volte al giorno. Meglio è tenere la diluizione sotto la lingua per 30 secondi. Poi deglutire. Durante il giorno bere almeno 1,5 lt di acqua.Vale in ogni caso la regola: usa la cura, ma non abusarne.
E per gli animali domestici?
Si può usare anche per cani e gatti. Si usa una goccia per chili del peso dell’animale. Se dunue il gatto pesa 5 chili la somminisrazione consigliata è pari a 5 gocce direttamente in bocca (non diluite) 2 volte al giorno.
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Un saluto da Florian
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